Ti ritrovi, una sera d’estate
Ti ritrovi, una sera d’estate, scaraventato con milioni di persone che non conoscerai mai e molte delle quali non sopporti e non ti sopportano; ma ti lasci travolgere, ti senti folla e non è un brutto sentirsi folla, dopo tanto isolamento e tanti pensieri consumati davanti al muro di una stanza, di un computer o di un telefono.
Tutti insieme nello stesso posto: nel grande stadio diffuso che è la cronaca televisiva di una partita di calcio. E lo sentiamo, questo “tutti insieme”, come qualcosa di speciale e di sempre meno scontato.
Perché ci stiamo abituando alla solitudine.
Viviamo in diretta una esperienza corale, che alterna, l’esultanza e l’imprecazione che nello stesso istante ci unisce.
Non sono tante le occasioni per sentirsi Italia.
Serve un poco di pazienza per sopportare il patriottismo schiamazzato, la caciara in eccesso, le tonnellate di luoghi comuni.
Il calcio è solo il calcio?
E se il calcio non è solo il calcio, perché mai non avremmo dovuto pensare, mentre l’Italia giocava, al razzismo sempre più impunito, alle diseguaglianze alle imposizioni volute o paggio accettate.
Poi, ai primi botti esplosi sotto casa o alle grida dei vicini, pensi proprio ai ragazzi, ai bambini che stanno festeggiando ed è giusto che lo facciano perché non capiterà tante volte di farlo e quelle feste te le ricorderai per sempre perché il calcio è anche un gioco bellissimo.
Nella nostra società, dove pare che ognuno viva completamente separato dagli altri, con il suo palinsesto tascabile, pare che di solido, e di collettivo, sia rimasta solo la gioia della vittoria di una partita di calcio e la paura del virus.
Serve però anche un poco di senso della realtà per ammettere che sì, è proprio così: un gioco può essere così potente da unire, per qualche sera, un popolo che prima e dopo la partita nemmeno sa di esserlo.
E pensi pure che dopo quasi due anni di sofferenze è giusto pure che intere famiglie abbiano vissuto queste serate allegre, due pizze, due birre, ……. e il resto gratis.
E allora va bene pure una serata così. E fra qualche giorno torneremo come prima.
Penso che finché scenderemo in piazza per un pallone e non per difendere i nostri diritti e quelli dei nostri figli saremo sempre un paese mediocre.
“Mi scusi …………… io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono” GG
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